Intolleranza al frumento

 

Il frumento è sicuramente uno degli alimenti più consumati, pane, pasta, pizza, dolci, salse sono tutte fatte con la farina di questo cereale.

Negli ultimi tempi, oltre a numerosi casi di celiachia , si verificano casi d’intolleranza o sovraccarico a questo alimento.

Nel 1960  il frumento “Cappelli” era la base dell’alimentazione, ma era poco produttivo e così il Professore G.Tommaso Scarascia Mugnozza, nel 1974, con un gruppo di ricercatori del CNEN, espose questo frumento ai raggi gamma di un reattore nucleare, ottene una mutazione genetica.

In un secondo tempo lo incrocio con una varietà americana ed ottene un grano nano, resistente al vento ed alla pioggia, più produttivo e precoce.

Venne chiamato “Creso” e oggi è la base del 90% della farina che usiamo, non è un OGM, ma è irradiato.

Il Dr. Pecchiai, quaranta cinque anni fa ipotizzò che questa modificazione potesse portare ad una trasformazione della gliadina e quindi ad una “intolleranza” nei confronti del frumento modificato.

Tutto ciò dopo 30 anni si è verificato.

Trent’ anni è una generazione e il nostro intestino incomincia, allo scadere di questi anni, a dare sintomi d’intolleranza.

Trigo

Un esempio è quello dalle persone che adottano un regime di nutrizione differente e restrittiva, ad esempio “vegana”  (per vegana s’intende dieta senza alcuna proteina animale, carne,pesce,uova, latte e derivati) dopo i 25 – 30 anni di dieta ininterrotta, s’incominciano ad avere i primi sintomi di malessere quali :intolleranza e repulsione verso qualsiasi alimento, anche vegetale, anemia microcitica, e sideropenia, carenza di minerali, stanchezza agli arti inferiori, difficoltà di concentrazione, attitudine al sonno, indifferenza e rifiuto alla vita.

L’evoluzione e il tempo modificano i nostri geni adattandoli; non si può però pensare ad un’involuzione alimentare in maniera drastica,ed immediata, i nostri geni non si adattano subito al cambiamento e di conseguenza anche l’apparato digerente e tutti i sistemi vitali non sono immediatamente pronti ad alla risposta.

I nostri progenitori sono stati tutti sottoposti alle regole dell’epigenetica, l’adattamento ambientale, l’introduzione di nuovi alimenti, hanno fatto sì che l’uomo progredisse e mutasse i geni, sempre lentamente, nel corso di secoli, mai con improvvisi cambiamenti e se questi cambiamenti avvenivano repentinamente, come ad esempio per carestia Olandese De Hongerwinter del 1944,.le persone e i bambini nati dalle donne gravide nel periodo della carestia, hanno sofferto di gravi disturbi.

Il tempo che intercorre tra una modificazione culturale è differente da una modificazione genetica.

Per meglio comprendere questo concetto di basilare importanza ecco un esempio:                            se noi scriviamo, :

CHI SEI ? 

il nostro cervello recepisce immediatamente il senso sella domanda e se noi scriviamo

Ki6?

il nostro cervello, in un primo momento lo deve elaborare, ma in breve tempo, lo riconosce come la scritta

CHI SEI ?,

quindi, la forma “contratta” è subito “metabolizzata”.

Nel caso del frumento, la contrazione e riduzione degli aminoacidi, a livello intestinale, non viene immediatamente metabolizzata, l’alimento non viene riconosciuto se non dopo generazioni, e così si crea l’intolleranza o il sovraccarico

Latte e glutine

L’intolleranza al frumento non è solo dovuta all’introduzione del frumento “nanizzato Creso”, ma anche alla farina Manitoba, ottenuta da più frumenti coltivati in Canada.

La farina di Manitoba è ricca in proteine in particolare di gliadina e glutenina che compongono il glutine, questo fa si che la farina si gonfi meglio.

Caratteristica della Manitoba o America è la grande quantità di glutine, può contenerne anche il 90%,questo assorbe acqua, aumenta il gas della lievitazione e il prodotto diventa più soffice..

La farina di Manitoba viene usata specialmente per la pizza e dolci..

L’intolleranza al frumento provoca sintomi riconducibili alla celiachia, l’intestino non è compromesso, ma possiamo avere patologie mentali 

L’intollerante al frumento può tollerare le farine contenenti quantità inferiori di glutine come avena, orzo, segale, ma deve sempre tener presente la soglia limite, in particolar modo se in famiglia ha casi di celiachia.

Le farine di riso, mais, tapioca, manioca, soia, grano saraceno, castagne e ceci non contengono glutine.

L’intolleranza o sovraccarico al frumento è quasi sempre associata all’intolleranza ai lieviti.

 

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